Chi siamo


Ciao, siamo Giacomo e Laura, due ragazzi che vivono a Senna Comasco, in provincia di Como.


A luglio il "nostro" aereo partirà per il Malawi, per un'esperienza missionaria presso le suore Sacramentine.
Per Giacomo è la prima esperienza, per Laura invece, sarebbe la quarta volta ...

Non vogliamo andar giù a mani vuote, e non vogliamo nemmeno andare "da soli": vivere un'esperienza del genere senza poterla condividere con i nostri amici non avrebbe senso.


Ecco perchè questo blog.
Ecco perchè l'idea del progetto Luluza Malawi... Buon viaggio, insieme a noi....

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Che tempo fa a Monkey Bay

lunedì 27 dicembre 2010

-7


Mancano 7 mesi, e la partenza si avvicina.

Il tempo stringe e il progetto è ormai completato, pronto per partire. I nostri impegni sono molti e ci sottraggono tantissimo tempo, ma è giusto dedicarci a luluza senza rinunciare a quello che siamo qui. Solo così potremo fare un'esperienza che non si muova parallelamente alla nostra vita, ma che sia parte della nostra vita.

In questi giorni di festa è giusto ricordarci anche di quei bambini che ci stanno aspettando, di quelle famiglie che stanno festeggiando il natale senza pranzi ricchi e sfarzosi, ma semplicemente con la forza dell'amore che li unisce. E' come se con un briciolo del nostro cuore fossimo lì con loro, con quelle persone che segneranno la nostra vita, che incroceranno i nostri sguardi e ci regaleranno un sorriso in più.

Buon Natale a tutti da Luluza!

Gia

domenica 31 ottobre 2010

Incontro con Suor Ornella.


Domenica mattina. La sveglia suona presto, alle 7:00.
Alle 8:00 ci mettiamo in macchina verso Bergamo. Laura è alla guida.
Sembra abbastanza tranquilla e la macchina incomincia a macinare chilometri.
In un'oretta siamo a Bergamo, ma perdiamo qualche minuto alla ricerca della Casa Madre dove dovevamo incontrare Suor Ornella, muovendoci tra anguste stradine e i ricordi annebbiati di Laura.
Alla fine un'illuminazione, ritroviamo la giusta direzione e arriviamo alla Casa Madre, dove già ci aspettavano fuori dal cancello.

Suor Ornella ci accoglie in un piccolo salotto, e ci offre la colazione.
Dopo le presentazioni e i convenevoli di rito mi rivolge immediatamente la parola. Dice che gli avevano comunicato il mio desiderio di conoscere l'Africa e coglie l'occasione per conoscere le mie motivazioni. Proprio quello che avevo già cercato di capire.
Cosa mi spinge a compiere questo viaggio? Cosa mi aspetto dall'Africa?

La risposta è semplice: un punto di vista in più. Nonostante la mia formazione (ancora in cantiere) in campo medico, quello che vorrei trovare è il confronto con un mondo e una società diversi. Non voglio "fare" il medico in Malawi. Non ne sono ancora in grado e non potrei nemmeno. Voglio imparare a mettermi in discussione. Voglio crescere prima di tutto come persona, umanamente. Voglio annullarmi e ricostriurmi, recuperare il giusto valore della vita intesa nella sua semplicità ed essenza. Voglio mettere in dubbio le mie certezze.
Come mi ripeto da parecchio tempo l'Africa mi darà molto di più rispetto a quello che potrò dargli io. Questo viaggio servirà prima di tutto a me stesso, per maturare uno spirito critico soggettivo che farà la differenza nella mia vita. E' questo che cerco nell'Africa. Niente di più.

Suor Ornella annuisce, capisce le mie motivazioni e spiega la situazione medico-sanitaria in Malawi. Parla della formazione della classe medica, delle terribili malattie, dei farmaci che non arrivano. Parla di un sistema che non funziona: "Chi lavora come infermiere con serietà è stremato. C'è assuefazione dalla fatica, dal dolore, dalla morte."
E' una donna saggia, pacata. Scandisce le parole con grande calma e ci parla delle numerose peripezie che giorno per giorno lei e le altre sorelle affrontano. Lo fa con il sorriso sulle labbra, raccontandoci di aneddoti divertenti come solo chi affida la sua vita nella mani del Signore può fare, perchè un imprevisto non è mai un problema ma una nuova sfida.
Ci parla anche del futuro smantellamento della missione di Nankwhali e del trasferimento della Casa Missionaria a Monkey Bay, dove si dovrà costruire una nuova Missione. Un grande progetto, che sarà accompagnato da un ingente sforzo economico.

Io e Laura ci guardiamo. Luluza Malawi, il nostro piccolo progetto, poteva avere finalmente uno scopo preciso. Quella nuova missione, quella nuova Casa, quel progetto era anche il nostro.
Chiediamo a Suor Ornella di poter prendere parte al finanziamento. Ci impegniamo a trovare i soldi per poter costruire la sala di accoglienza della Casa Missionaria, senza però montarci la testa. Faremo solo quello che potremo, sia esso 10, 50 o 100.

Anche Suor Ornella è entusiasta. Ci mostra le foto che ha portato dal Malawi. Scatti di una vita che sembra lontanissima dalla realtà alla quale siamo abituati. Ritraggono i festeggiamenti per la festa della fondatrice Santa Gertrude e la processione della reliquia. Momenti di condivisione e completa comunione tra quelle comunità e la Missione. Tra l'Africa e la Missione, fatta di uomini e donne che hanno donato la loro vita a quella gente, a quella terra, a quel progetto.

In men che non si dica termina il tempo a nostra disposizione e ancora con queste immagini nella nostra mente ci separiamo da Suor Ornella. Ritorniamo a casa, pronti per mettere in moto il nostro progetto. Ormai non ci ferma più nessuno, la nostra sfida è finalmente iniziata.

In bocca al lupo Luluza!

Gia

domenica 24 ottobre 2010

-9


Il tempo scorre.
I giorni tramontano uno dopo l'altro immersi nella routine quotidiana.
Lentamente ci avviciniamo al nostro traguardo, e la partenza è sempre più vicina.

Finalmente il Malawi ha risposto. Ha battuto colpo.
Una email. Breve, chiara, concisa.
Probabilmente scritta senza pensarci troppo, velocemente, in uno dei pochi terminali che consentono il collegamento ad internet in quello sperduto angolo di paradiso. In poche righe Suor Francesca ci conferma la sua disponibilità, ci offre solidarietà e qualche consiglio.
Probabilmente aveva poco tempo, era piena di impegni. Eppure ha trovato quei cinque minuti da dedicare al nostro progetto.
Da dedicare a Laura e a me.

Il Malawi ci ha aperto le braccia, ci aspetta.
Tra nove mesi si parte.

Gia

venerdì 22 ottobre 2010

Primo passo contro il lavoro minorile

Il Governo del Malawi è pronto a contrastare con un Piano Nazionale il lavoro minorile:

Che sia questa la strada da percorrere?
Che sia questo l'altro obiettivo del governo malawiano dopo i successi nel campo alimentare?

Speriamo. Non penso sia una risouzione immediata, ne tanto meno facile. Ma se queste non sono solo parole, bensì fatti concreti, possiamo armarmi di tanta fiducia.

Erano tantissimi i bambini che vedevo lavorare nelle piantagioni: te, tabacco, ma soprattutto caffè, visto che le loro manine piccole possono intrufolarsi tra i rami delle piante e prendere l bacche più mature. Non importa quanto poco massacrante sia, quanto sicuro e bello possa essere (che poi questo è tutto da vedere); nessun bambino deve lavorare. Ogni bambino di 3, 4, 5, 6, 7, .... anni deve studiare, deve andare a scuola per costruirsi un futuro, deve giocare.
Questa è la cosa più importante di tutto. Più importante anche delle malattie. Perchè un bambino istruito diventerà un futuro medico, o infermiere, o maestro, o avvocato.... Così si costruisce il futuro....

Lau

lunedì 11 ottobre 2010

ku Malawi


L'Africa ha risolto tutto per me...

ha spiegato ogni cosa....

e mi ha donato molto altro a cui dare significato.


Ora sta tutto nelle mie mani.... tornare .... per rimettere tutto insieme....

Ine ndidzapita ku Malawi ....


Lau

giovedì 30 settembre 2010

Rewind

Come sempre l'Africa arriva inaspettata.
Oggi ci è venuta a trovare in un ricordo. Un ricordo stampato sulla pellicola di una vecchia cassetta. Una impolverata VHS che ci ha riportato lì dove Laura è stata per ben tre volte: il Malawi, con le sue missioni, i suoi bambini, i suoi canti, i suoi animali, i suoi colori.
Una terra con leggi e ritmi diversi a quelli a cui siamo abituati, ma che è comunque Casa per quelle persone. Una terra brulla e selvaggia, ma che con i suoi frutti permette alle famiglie di tirare avanti. Una terra crudele, ma che è nel cuore e nelle braccia di quelle persone.
Ecco perchè dobbiamo sforzarci di non giudicare un mondo così diverso. Non dobbiamo avere la pretesa di cambiarlo o renderlo uguale al nostro mondo e alla nostra vita. Dobbiamo conoscere e capire quelle persone, quella realtà, quelle tradizioni, quegli usi, senza avere la pretesa di cambiarli.

Solo così saremo in grado di capire a fondo l'anima dell'Africa. Solo così potrà renderci davvero capaci di fare qualcosa per questo paese. Solo così saremo davvero parte di un progetto, insieme a tutti loro.


Gia

mercoledì 29 settembre 2010

Auguri!

29 Settembre 2010.
Auguri Laura!

29 Anni. Sono tanti ma pieni di volti, amicizie, emozioni, paesaggi.
Sono le pagine della tua vita, e sono contento di scriverne qualcuna insieme a te.

Il regalo più bello per questo nuovo anno, lo sappiamo, sarà l'Africa. Un motivo in più per credere in questo progetto e tenere duro.

Io ci credo, credo in te e in Luluza.

Tanti auguri, Gia.

martedì 21 settembre 2010

Per chi si fosse chiesto dov'è il Malawi, ecco la risposta. In tanti mi hanno chiesto dove e che tipo di stato fosse. Penso che un immagine valga più di mille parole ....


Quella che vedete sopra l'Africa è la bandiera del Malawi: un sole nascente, un nuovo giorno simbolico desiderato e richiesto a gran voce dalla popolazione all'indomani della morte del dittatore Banda.




Nell'altra immagine invece si vede più precisamente lo stato e la conformazione geografica. Spesso mi è capitato di dire che ggran parte della nazione è "Lago". Un lago grandissimo, quasi un mare se lo si osserva da una qualsiasi spiaggetta disseminata tra Mangochi e Monkey Bay, e che fa parte della famosa Great Rift Valley.



Giacomo ed io saremo proprio vicinissimi a questo lago. Nella missione di Nankwhali vicino a Monkey Bay, sul promontorio di Cape Mclear.


Fra 11 mesi ci troverete proprio lì....

Per ulteriori informazioni:
Wikipedia

Lau


mercoledì 15 settembre 2010

Meno11

Si, mancano 11 mesi. E' il conto alla rovescia che ci separa dall'Africa.
Dobbiamo ancora fare tutto. Preparare tutto il progetto.
Sarà dura, ma ci riempirà.

Adesso il primo step è ricevere risposte ufficiali dal Malawi. E tra poco arriveranno. :D
C'è solo da rimboccarsi le maniche.

Gia

Partire

Partire.
Nell’era di internet, dei viaggi intorno al mondo, delle vacanze dappertutto e alle volte senza troppa cognizione, partire sembra davvero così facile e immediato.
Basta andare in agenzia e prenotare il “pacchetto” che più ci piace e che più corrisponde alle nostre tasche. Sembra quasi che al solo avere dei biglietti in mano ci faccia già sentire meglio, più rilassati, più spensierati e speranzosi.

Anche per me è un po’ così, anche se il mio viaggio è un po’ diverso da tanti. Non voglio partire e andarmene via per 15 giorni di vacanza. Voglio partire verso qualcosa, che forse è ancora indefinito ma non meno rispettoso di quanto lo sia una vacanza.

Chi mi conosce sa che c’è questa cosa che si chiama “Africa” che continua a chiamarmi a sé, e anche se molti di voi storceranno il naso io vado avanti convinta che sia la cosa giusta da fare.
Mi hanno accusato di scappare, di cercare di divincolarmi dalle delusioni di questi ultimi anni. E c’è stato un momento che l’ho pensato anch’io; ma in realtà la mia “fuga” in Africa, non è la fuga da qualcosa, ma verso qualcosa.
Questo viaggio che voglio intraprendere innanzitutto parte da dentro, dalla mia anima e dal mio cuore che è alla continua ricerca. Ma non sempre chi vaga è senza meta, non chi ricerca la verità in ogni cosa. E io son così, non riesco ad accontentarmi, o a vivere la quotidianità di tutti i giorni, ho sempre cercato di andare oltre gli stereotipi di vita comuni e idealizzati: studio, casa, lavoro, famiglia, amore, ecc ecc ecc. Invidio chi ha trovato la serenità nella propria vita di tutti i giorni, anche se so quella stessa serenità fatta di quotidianità e semplicità non fa per me.
Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi hanno trasmesso la voglia e la sete di conoscenza, la voglia di verità e di onestà con sé stessi, di “giusto”, anche se ciò significa fare degli amari sacrifici. La mia mente è stata sempre aperta a 360° gradi e l’idea che fuori c’è un mondo di migliaia di chilometri quadrati, di miliardi di persone, di vite diverse, completamente diverse dalle mie… mi fa vedere questa realtà, questa quotidianità, troppo piccola ed opprimente.
Non tutti abbiamo bisogno delle stesse cose…. E mai come adesso sono pronta per … partire ….
Per ritornare là dove tutto ha davvero avuto inizio 10 anni fa… in Africa…


Lau

venerdì 3 settembre 2010

L'inizio di un Viaggio

Contribuire, partecipare, condividere. Verbi che nascono dalla generosità e dal desiderio di fare qualcosa per gli altri.
Nel nostro piccolo è quello che stiamo cercando di fare, o meglio, che speriamo di fare in Malawi.
Per adesso c'è solo un progetto in cantiere, una bozza accennata, ma ci basta.
Il nostro viaggio infatti è già iniziato, la nostra mente è partita per l'Africa da subito, non appena guardoci negli occhi ci siamo detti: è ora di partire, di andare.
E' stato difficile non lasciarsi coinvolgere dall'entusiasmo di Laura, dai suoi occhi da sognatrice che spesso si bagnavano di lacrime. E' stato difficile non innamorarsi dalle immagini che nascevano dai racconti delle sue esperienze e dei suoi ricordi. E così, in poco tempo, anch'io non riuscivo a fare a meno di pensare a cosa fare, a come poter essere utile. Le idee continuavano a venire a galla, una dopo l'altra e insieme cercavamo di dargli un senso, un'anima.
E' con questo spirito che inizia questo viaggio. Qui, a casa nostra.
Sono sicuro che continuerà, che prenderà velocità e ci permetterà di raggiungere i nostri obbiettivi.
Cosa succederà tra qui ad un anno però non posso saperlo, ma ve lo racconterò.
Per adesso mi accontento di crederci. In bocca al lupo a me e a te Laura, e a chi verrà.

Gia

Luluza: un progetto di vita per i bambini del Malawi

Luluza: in chichewa, la lingua ufficiale del Malawi, significa cullare, confortare un bambino.
E in Africa, per confortare un bambino ci vuole davvero poco.
Basta una carezza, un abbraccio, piccole attenzioni di ogni giorno e che sanno di quotidianità. Perchè in Africa la quotidianità costa cara, soprattutto per i più piccini.

Luluza è nato così, in modo semplice, verso la fine di un giorno un po' troppo impegnativo anche per me. Stavo cullando un bambino appena nato al dispensario della missione di Nankwhali e l'unico desiderio che avevo in quel momento era che quel bambino potesse crescere sano, forte, che potesse coltivare dei sogni, realizzarli, e che un giorno avesse potuto andare a scuola, giocare con i suoi amici, e diventare grande, così come lo ero diventata io.
Ma in Africa, tutto questo, per tanti, troppi bambini, è davvero impossibile.
E così ecco il progetto Luluza ... aiutare questi piccoli a raggiungere il terzo anno di vita, per poi permettere loro di andare a scuola.
Ora, dopo anni, il progetto Luluza ritorna come vessillo del mio prossimo viaggio, del nostro prossimo viaggio in Malawi. Il nostro scopo ed obiettivo primario.

Lo dobbiamo a questi bambini.

Laura