Chi siamo
Ciao, siamo Giacomo e Laura, due ragazzi che vivono a Senna Comasco, in provincia di Como.
A luglio il "nostro" aereo partirà per il Malawi, per un'esperienza missionaria presso le suore Sacramentine. Per Giacomo è la prima esperienza, per Laura invece, sarebbe la quarta volta ...
Non vogliamo andar giù a mani vuote, e non vogliamo nemmeno andare "da soli": vivere un'esperienza del genere senza poterla condividere con i nostri amici non avrebbe senso.
Ecco perchè questo blog. Ecco perchè l'idea del progetto Luluza Malawi... Buon viaggio, insieme a noi....
Che tempo fa a Monkey Bay
lunedì 27 agosto 2012
Malawi 2011 - Diario di viaggio - cap.2
All’apertura dell’imbarco ero la prima. La prima a consegnare il biglietto e il passaporto. La prima a salire sull’aereo. La prima a salutare le hostess e il comandante. Credetemi quando dico che la delusione è stata tanta. Davanti a me si presentava un volo già quasi al completo. Tutti i posti erano ormai occupati all’infuori dei nostri. Due buchi laterali tra due africani (più o meno della mia stazza) di ritorno a casa. L’aereo proveniva infatti da Bruxelles e quasi sicuramente raccoglieva passeggeri provenienti da tutto il nord Europa. L’aeroporto di Addis Abeba è infatti diventato uno degli scali più importanti di tutta l’Africa, in grado di collegare il continente nero con tutte le più grandi città del mondo. Quasi tutti i voli provenienti dall’Europa e diretti in uno degli stati dell’Africa Orientale era ed è destinato a fermarsi lì. E noi anche. Il problema è che non c’era più posto per mettere il bagaglio a mano, e ce lo siamo dovuti tenere tutto il tempo tra le nostre ginocchia e il sedile davanti. Lo spazio era davvero così angusto che mangiando abbiamo rischiato di tirarci addosso tutto. Ma la cosa a me e a Giacomo eccitava invece che renderci nervosi. Continuavamo a ridere e a sghignazzare anche quando poco prima di iniziare la fase di rollaggio sulla pista di decollo l’aereo ha subito un black out. Immaginatevi la scena. Il 20 luglio alle ore 22 un boeing pieno zeppo fermo in mezzo alla pista, muto, e al buio… e senza aria condizionata. Ci dicevano che era un problema tecnico non grave e che saremmo ripartiti dopo mezz’ora. E io che già pensavo “9 ore di volo dopo un guasto tecnico. Va beh, se devo morire almeno morirò realizzando il mio sogno”. Ma non penso che Giacomo stesse pensando la stessa cosa.
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